martedì 26 marzo 2013

Ti senti sola con la tua libertà?

Me l'avevi promesso, che quando avrei finito gli esami mi avresti portato al mare.
Abbiamo una macchina nuova, solo un po' usata, e uno scatolone pieno di cd equamente diviso tra i miei cantautori tristi e i tuoi successi degli anni 80. Come prevedibile il diritto di chi guida prevale sempre, così finisce che per dieci giorni ci si ascolta solo Depeche Mode e similari.
Ci vorremmo fermare in ogni posto ma va a finire che, per non dover scegliere o più semplicemente per pigrizia, ci fermiamo solo per pisciare o mangiare, guardando la spiaggia dalla piazzola della statale dissestata. Il tempo di un autoscatto storto con i capelli spettinati dal vento e siamo di nuovo sulla strada.
Il profumo di mediterraneo si mescola ai nostri odori attraverso i finestrini semi-aperti e si deposita sul cruscotto, sui sedili, sugli occhiali da sole trovati sul traghetto, sui cellulari scarichi, insieme alla polvere e alla sabbia di un'estate greca. Non leggiamo il giornale da una settimana e forse anche l'Italia è crollata sepolta dai debiti: chissà che non riesca a diventare scarna gialla ingenua povera selvaggia come l'Ellade. Quando la disoccupazione salirà al novantotto per cento, prima di morire di fame o di stenti, obbligati ad una vacanza forzata, gireremo l'Italia tra autostop e piedi. Il lavoro debilita l'uomo, lo studio lo frena: bighellonare è il solo modo di amare il tempo.
Tuttavia ritorneremo. A debilitarci, a frenarci, in inferni artificiali a pochi passi dalla metro. Per adesso siamo soli, con la nostra libertà.

La nostra camera dà sulla baia, un centinaio di metri sotto di noi. Da lì sembra deserta. Mangiamo una fetta di torta che la padrona di casa (un reticolo di allegre e monumentali rughe che infondono saggezza e serenità) ci offre e scendiamo di corsa le millemila scalette di pietra che ci separano dal mare. Schiocco di infradito, tonfo di scarponi.

E riderai
quel giorno riderai
ma non potrai
lasciarmi più

Il bagno, poi fa freddo, ci asciughiamo a vicenda.
Credimi che non sfotto quando rido.
Credimi che non sono incazzata quando ti guardo seria.
Risaliamo per cena, prima che faccia buio.