martedì 5 novembre 2013

Dieci libri.

Dieci libri possono bastare. Scelti bene, sia chiaro. Scelti tra quella lista dei mille libri che contano qualcosa. Dieci libri che ti spendi bene in ogni situazione, che citi a memoria e a cui nelle discussioni fai ricondurre le radici di tutta la letteratura mondiale, lasciando intuire che, comunque, questa suddetta letteratura, l'hai esplorata a fondo. Guarda, per me dopo Il nome della rosa in Italia s'è scritto poco altro di davvero dirompente.
Dieci libri sono sufficienti perchè ti passi la voglia di addentrarti troppo in quel mondo di scrittori. Perchè quelle paranoie, quei sensi di colpa e i vittimismi e il continuo piangersi addosso e l'esistenzialismo da due soldi, quella è roba che non esiste, roba che la gente sana non ha mai provato sulla propria pelle. Sono migliaia di anni, poi, che questi s'ingobbiscono e si rovinano la salute per dare prova dei loro disagi. Che poi, detto tra noi, raccontano tutti la stessa cosa. Un corale inno all'infelicità.
Le librerie chiudono, i libri finiscono nei cassonetti perchè la gente non sa più che farsene. C'è il cinema, per Dio, c'è la televisione, c'è Internet. Ma questi, imperterriti, continuano a scrivere.
Tuttavia non si può far finta che i libri non esistano: purtroppo ci sono e qualcuno bisognerà pur leggerselo. Quindi sì, direi dieci libri. Uno all'anno e in dieci anni ti sei tolto il pensiero. Non che abbia qualche importanza eh, è solo una faccenda così, puramente folkloristica. Per darti un tono, niente di più.

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