domenica 15 settembre 2013

Torchio.

Qualche mese fa mi chiamavi, mi parlavi due minuti e riattaccavi, io tornavo a guardare il mio libro di fisica 2, prima di rendermi conto di non riuscire a leggerlo; allora lo chiudevo e sdraiata sul letto, occhi spalancati, pensavo a quanto sarebbe stato catartico vederti scoppiare la testa in un torchio.
Ormai il libro di fisica 2 l'ho venduto al Libraccio per 3 euro, non desidero più un tuo decesso violento, ma solo la tua momentanea e pacifica dipartita da un parco Sempione già fin troppo gremito e rumoroso perchè il tuo ingombro di suolo pubblico possa risultare gradito. Apro il mio libro verde come dichiarazione di tregua armata, di cessato discorso, di nonhopiùparole, di sono sfibrata, di faccio come se tu non esistessi. Eppure esisti, e perdipiù non la pianti di toccacciarmi i capelli e di cominciare nuove aride conversazioni, che finiscono inevitabilmente per scontrarsi contro il muro della mia insofferenza. Che libro vuoi che sia? E' un libro verde. Bello, molto bello. E mia zia sta bene e anche lo zio e cucinano ancora delle strepitose parmigiane di melanzane. Cos'ho? Niente. Non sto pensando proprio a niente. Cerco di leggere e sì, forse è meglio che te ne vai se devi continuare a parlare.
Te ne vai. E allora rimango lì, sdraiata sull'erba, occhi spalancati, rendendomi conto di non riuscire a leggere il mio bel libro verde. So che in quel momento stai pensando a come sarebbe estatico guardare la mia testa esplodere in un arcobaleno rosso, frantumata da un torchio.
A differenza della mia però, so che la tua potrebbe non essere solo una fantasia.

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